Consulta delle politiche sociali
La Consulta delle Politiche sociali - prevista dall'art. 11bis della Legge provinciale delle Politiche sociali (27 luglio 2007, n.13) – è stata introdotta nel 2015 (Legge provinciale 2 aprile 2015, n.6) e pensata "come luogo di confronto delle organizzazioni e delle professioni che operano in ambito socio-assistenziale con funzioni consultive e propositive attraverso la formulazione di proposte e iniziative atte a favorire l'interesse, la ricerca e il confronto sui programmi di intervento anche per quanto attiene l'integrazione socio-sanitaria".
Pensata come un organismo di confronto e dialogo, con ampia trasparenza e partecipazione di tutte le categorie indicate dalla legge, la Consulta avrà una configurazione plenaria e una ristretta. Ciò risponde all'opportunità di garantire un ampio spazio di dialogo, approfondimento e condivisione - in cui elaborare idee, proposte, progetti - all'insieme delle persone fisiche e giuridiche del Terzo Settore, delle professioni socio-sanitarie e dei Patronati, mentre la Consulta ristretta dovrà essere necessariamente rappresentativa di queste realtà e avere un numero di componenti tale da poter fare sintesi e trasmettere proposte, valutazioni e conclusioni emergenti dal lavoro dell'assemblea plenaria della Consulta all'attenzione degli organi di governo locale o provinciale.
Con deliberazione n. 1704 del 30 settembre 2016 la Giunta Provinciale ha definito composizione, compiti, organizzazione nonché il funzionamento della Consulta e con successiva delibera, in data 10 febbraio 2017, espletati i termini normativi, nominava i 16 soggetti che compongono la consulta ristretta.
"La Consulta è espressione del principio di trasparenza, di partecipazione e pluralismo. E' stata proposta durante il percorso di costruzione del Piano della Salute 2015-2025 ed è diventata parte integrante della legge provinciale sulle politiche sociali. La sua piena attivazione, consentirà di dare spazio di rappresentatività a quell'importante capitale umano e di esperienza che le realtà del sociale hanno sempre generato e, al contempo, stimolerà la partecipazione attiva alle politiche pubbliche e il confronto".