Lunedì, 31 Luglio 2017

Nuovo regolamento di accreditamento dei servizi socio assistenziali: avviato a Villa Sant’Ignazio il percorso di condivisione

La Consulta provinciale delle politiche sociali come primo strumento di partecipazione

Si è svolta il 31 luglio a Villa Sant’Ignazio la prima riunione plenaria della Consulta provinciale delle politiche sociali prevista dall'art. 11bis della L.P. n.13 del 27 luglio 2007 (Politiche sociali nella provincia di Trento) cui hanno partecipato gli enti del Terzo Settore trentino e delle professioni sociali.
Il Presidente della Consulta ristretta Riccardo Santoni nell’aprire l’incontro ha sottolineato come “la Consulta ristretta svolga un importante ruolo di connessione tra i servizi provinciali e il terzo settore”, in particolare con ruolo di “presidio del processo di trasformazione e di accreditamento”. “L’obiettivo” – ha proseguito Santoni – “è quello di arrivare a metà settembre con l’approvazione del nuovo sistema di accreditamento. Possiamo quindi nel frattempo raccogliere stimoli e suggerimenti”.
“Avere una società più coesa, responsabile, equa, inclusiva e solidale”: sono questi gli obiettivi del nuovo sistema di qualità dei servizi socio-assistenziali di cui fanno parte ad oggi oltre 150 soggetti del terzo settore. Un sistema che fa perno sull'accreditamento dei soggetti del terzo settore i quali svolgono servizi in nome e per conto dell'ente pubblico, sull'affidamento dei servizi stessi e sulla loro valutazione.

Di fronte al numeroso pubblico presente a Villa Sant’Ignazio , costituito da rappresentanti degli enti del Terzo Settore trentino e delle professioni sociali (educatori, psicologi, assistenti sociali, …), Santoni e i membri della Consulta hanno presentato il lavoro svolto dal suo insediamento, avvenuto lo scorso 3 marzo 2017, e hanno aperto il dibattito per avviare un confronto sulla proposta di regolamento e sui requisiti generali e specifici dell’autorizzazione e dell’ accreditamento dei soggetti del terzo settore socio-assistenziale in provincia di Trento, elaborato dall’Assessorato alla Salute e politiche sociali.

La definizione di tali requisiti costituisce la prima tappa del processo di costruzione di un sistema di qualità dei servizi socio-assistenziali, basato sulla centralità del valore della persona, sulla personalizzazione e flessibilità dei servizi, nonché sulla promozione del lavoro con il territorio e sull'apertura all'innovazione sociale. L'insieme dei requisiti si configura come una check list di indicatori quali-quantitativi per verificare l'esistenza o meno dei presupposti per la gestione dei servizi socio-assistenziali per conto della Pubblica Amministrazione, ma anche per la definizione e valutazione delle politiche sociali al fine di qualificarsi come partner degli enti pubblici.

Tenuto conto dell’importanza della condivisione dei requisiti da parte di tutti i soggetti del Terzo settore interessati,  si è sviluppato un intenso dibattito dal quale sono emerse esigenze di maggiore chiarezza poiché regolamenti e normative non sono sempre chiaramente declinabili nelle numerose e così diverse realtà dell’associazionismo.

Due i principali stimoli emersi. La richiesta di un incontro con l’Assessorato, entro il mese di agosto, per chiarire dubbi e portare alcune proposte migliorative, nonché la richiesta alla Consulta di pianificare una serie di incontri sul territorio per raccogliere stimoli e confrontarsi direttamente con le realtà che operano sui vari ambiti. A riguardo è emersa l’opportunità di definire un calendario di sei incontri a partire dal 4 settembre prossimo, secondo le aggregazioni territoriali già utilizzate per le elezioni della Consulta. Quanto prima verranno quindi comunicate le date degli incontri ai soggetti interessati tramite media e sito trentinosociale.provincia.tn.it.

La plenaria si è conclusa con la condivisione dell’assunto che la Consulta “farà raccolta e sintesi di posizioni anche potenzialmente contrastanti per tradurle poi in opportuni stimoli verso le istituzioni”. È stato infine sottolineato come sia importante prevedere l’avvio di un progetto di sperimentazione reale poiché solo entrando a contatto con le singole specificità territoriali si riesce a ottenere un vero feedback.